In questi giorni i riflettori accesi su Cop27 spostano l’attenzione su cambiamento climatico e sulla necessità di nuove e sempre più urgenti soluzioni per affrontare il futuro.
Tuttavia, ciò che è accaduto ai circa 35.000 delegati registrati al summit di Sharm el-Sheikh è emblematico e induce a una riflessione.
Le delegazioni dei circa 200 Paesi partecipanti si sono ritrovate a dover fare i conti con problemi logistici di vario tipo e con difficoltà di approvvigionamento di acqua e cibo.
Cop27: problemi con acqua e cibo simbolo del divario e dell’emergenza climatica
Cop27 verrà ricordata da delegati, osservatori e addetti ai lavori per le difficoltà logistiche, per il grande impatto ambientale dell’evento e per la mancanza di acqua e cibo.
L’acqua terminata sin da subito, il cibo difficile da reperire e la mancanza di alternative vegane e vegetariane sono un emblematico segnale delle differenze tra Paesi ricchi e poveri del Pianeta.
Un divario reso palese dalle grandi difficoltà organizzative del Paese africano, probabilmente non pronto ad affrontare una sfida come quella di Cop27, ma anche dalla scottante questione loss and demage.
Se da un lato sono stati individuati i Paesi che hanno subito disastrosi eventi legati al cambiamento climatico la discussione si è arenata su un punto cruciale: chi sono i responsabili e chi dovrà pagare?
La questione è stata sollevata dal Pakistan, attraverso le parole dell’ambasciatore Munir Akram. Il Paese ha subito inondazioni senza precedenti, che hanno causato perdite in termini di vite umane oltre che economiche. Si stima che i danni siano pari al 10% del PIL.
La causa di tutto questo? I cambiamenti climatici che hanno portato a fenomeni estremi e assolutamente preoccupanti. Il Pakistan, che rientra nel novero dei Paesi in via di sviluppo, chiede un risarcimento per poter fronteggiare la situazione e per tentare di rimettere in piedi la propria economia.
Da qui la nascita di una riflessione sulla necessità, sempre più stringente, di trovare soluzioni efficaci nel minor tempo possibile così da riuscire ad arginare i danni all’ambiente e non solo.
Il Segretario delle Nazioni Unite Guterres ha fotografato perfettamente la situazione: “siamo su un’autostrada verso l’inferno climatico con un piede sull’acceleratore”. Fare qualcosa di concreto è una necessità.
Soluzioni e nuovi progetti presentati durante Cop27
Tra i nuovi progetti presentati a Cop27 c’è quello di una Alleanza per la Just Energy Transformation, sigliata da WWD e UNDP, il Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite.
Si tratta di un’azione volontaria per favorire la transizione energetica a livello globale. L’iniziativa si pone come obiettivo quello di coordinare le attività e di scambiare conoscenza ed esperienze. L’obiettivo principale? Quello per cui si sta lottando in questi anni: limitare l’aumento della temperatura a 1,5 °C.
Molto interessante anche l’evento che si è svolto nel Padiglione Italia e portato avanti dal WWF Italia e da ECCO, un think tank molto attivo sulla questione. In questa occasione si è posto l’accento sulla necessità di una accelerazione della transizione energetica, così da avere riuscire a centrare, entro la data limite del 2035, l’obiettivo 100% rinnovabili nel settore elettrico.
Risparmio ed efficienza energetica sono, del resto, all’ordine del giorno anche a causa della situazione geopolitica che interessa l’Europa e tutto il resto del mondo. Ed è per questo che è il momento giusto per parlare sempre di più e sempre più spesso di fonti rinnovabili come strumento per preservare la sicurezza dal punto di vista climatico e come alternativa alle fonti fossili, inquinanti e in via di esaurimento.
Ruolo dell’AI nella lotta ai cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici impattano in maniera significativa sull’ambiente, ma non solo. Ne risentono anche le popolazioni e gli equilibri economici e politici mondiali.
Adattamento e resilienza saranno, quindi, i due principi guida del futuro sia in Italia che in ogni altra parte del mondo.
Tanti gli sforzi da mettere in campo per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050 e un impegno richiesto che aumenta ogni giorno di più.
Anche alla luce di quanto emerso da Cop27 è necessario fare qualcosa ed è importantissimo porre il piede sull’acceleratore del cambiamento e della transizione energetica ed ecologica.
Per questo i sistemi di intelligenza artificiale possono essere un utile strumento per vincere le sfide climatiche in un momento come quello che stiamo vivendo.
L’obiettivo da perseguire è quello del controllo e della limitazione delle emissioni di gas serra.
L’AI può essere sfruttata per studiare i cambiamenti climatici e per riuscire a trovare le giuste soluzioni così da riuscire a rispettare i principali goal che ci si è posti.
Una serie di spunti utili che ci fanno capire che la strada è ancora lunga, ma anche che il futuro è dietro l’angolo e si necessita di un’azione concreta e decisa.