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5 Aprile 2023La crisi energetica che stiamo vivendo, collegata alla guerra in Ucraina e all’instabilità geopolitica, ha portato con sé significativi aumenti dei costi di gas ed elettricità, nonché una crescente difficoltà in termini di approvvigionamento.
I cambiamenti climatici, dal canto loro, hanno reso l’estate 2022 una delle più torride di sempre causando un aumento del 35% del consumo energetico e numerosi blackout.
In una realtà quotidiana come quella odierna, l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia potrebbero essere la strada da percorrere per abbattere i costi e facilitare l’approvvigionamento energetico, eliminando la dipendenza da fonti fossili in via di esaurimento e sempre più difficili da reperire.
Un nuovo trend, quindi, prende piede tra condomini, imprese e associazioni che iniziano a organizzarsi per creare delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
Cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili
Le CER sono delle associazioni costituite da diversi soggetti che si uniscono con lo scopo di produrre energia rinnovabile in modo autonomo, condividendo costi e benefici. Suddette comunità sfruttano l’energia solare, idroelettrica, eolica e geotermica per autoalimentarsi.
Si parla da tempo di transizione energetica e della creazione, ormai diventata necessaria, di un modello sempre più autonomo e decentralizzato in grado di reagire a delle crisi come quella che affrontiamo in questi mesi.
Per realizzare una CER è necessario che due o più soggetti si uniscano nella volontà di produrre e consumare energia. Il surplus prodotto può essere venduto alla rete secondo quelli che sono i prezzi di mercato, come stabilito dal Decreto Legge 162/19, art. 42 bis, e dai successivi provvedimenti attuativi (delibera ARERA 18/2020/R/eel e DM del MiSE del 16 settembre 2020).
Parlare oggi di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e pulite significa fare un passo avanti verso quello che è il raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030. Per questo motivo è utile indicare come funzionano le CER e quali sono gli incentivi proposti.
La differenza tra CER e autoconsumo collettivo: come funzionano le Comunità Energetiche Rinnovabili
Per capire come funzionano le Comunità Energetiche Rinnovabili è importante partire dalla differenza con l’autoconsumo collettivo, argomento decisamente caldo in questi ultimi anni.
Chiariamo subito che iniziare a produrre energia tramite pannelli solari installati sul tetto della propria casa non significa creare una CER. In questo caso, infatti, si parla di autoconsumo collettivo. Di cosa si tratta?
Quando si parla di autoconsumo collettivo si intende un gruppo di almeno due persone che si trovano nello stesso edificio e che autoproducono energia e la autoconsumano all’interno del loro blocco.
La CER ha la medesima configurazione ma si estende su un territorio più vasto. Gli edifici interessati si interfacciano alla cabina di trasformazione secondaria a cui si collega un impianto fotovoltaico. La cabina secondaria è quella di quartiere, a cui si possono collegare da 50 a 200 famiglie. Le cabine secondarie derivano dalle cabine primarie, che possono interessare anche territori che coinvolgono più comuni e, nello specifico, popolazioni anche di 60.000 abitanti.
L’obiettivo di una Comunità Energetica Rinnovabile è quello di garantire energia rinnovabile a prezzi accessibili. L’energia in eccesso viene venduta e con i ricavati si possono finanziare progetti sul territorio. Le somme possono, eventualmente, essere ripartite tra le famiglie che partecipano alla CER purché la vendita dell’energia non sia la loro principale occupazione.
Si tratta della soluzione perfetta in un periodo storico come quello attuale, nonché di un passo avanti verso la salvaguardia dell’ambiente.
Lo scopo delle CER: i tre problemi che si possono risolvere
Le Comunità Energetiche Rinnovabili si configurano, quindi, come possibile soluzione a tre problemi: povertà energetica, transizione energetica e autonomia energetica.
Quando non si ha la possibilità di accedere a servizi che garantiscano standard di vita dignitosi come energia elettrica, riscaldamento e gas, si parla di povertà energetica.
I dati della Commissione Europea parlano chiaro: 35 milioni di cittadini vivono in una condizione di povertà energetica e, nei casi peggiori, non hanno una rete elettrica funzionante in casa. La problematica è presente anche in Italia dove, nel 2022, si stimano essere oltre 2 milioni le famiglie che vivono in uno stato di povertà energetica.
È evidente sia necessario trovare una soluzione quanto più immediata possibile e, per questo, le CER potrebbero essere determinanti.
Massimizzare l’autonomia energetica è il secondo vantaggio delle CER.
La dipendenza da fonti energetiche di Paesi terzi ci ha improvvisamente costretto ad andare alla ricerca di nuove soluzioni e a spingere sull’acceleratore dell’autonomia. Per questo motivo le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano la direzione più corretta da seguire. Non è tutto, perché ottenere l’indipendenza energetica significa anche riuscire a minimizzare gli effetti degli aumenti del costo dell’energia a cui si è costantemente soggetti, soprattutto in periodi come quello che stiamo vivendo.
Per quel che concerne, invece, l’effetto delle CER sulla transizione energetica dobbiamo ricordare che l’obiettivo è la produzione di 70 Giga Watt prodotti da fonti rinnovabili entro il 2030, la deadline prefissata e conosciuta ormai da tutti.
Attualmente le emissioni da fonti fossili sono ancora tali da riuscire a distruggere l’ambiente ed è per questo che bisogna agire. È arrivato il momento di comprendere a tutto tondo l’importanza delle fonti rinnovabili e dell’energia pulita. Semplificare la burocrazia e spingere sulle rinnovabili potrebbe essere un’ottima soluzione per velocizzare il cammino verso la transizione energetica.
Gli incentivi per le Comunità Energetiche Rinnovabili: gli scenari possibili
Per questo motivo è utile parlare di incentivi per le CER e di cosa sta facendo l’Italia per sensibilizzare sull’argomento. L’obiettivo è quello di realizzare in Italia 15.000 Comunità Energetiche Rinnovabili, spingendo gli italiani a sfruttare alcuni incentivi messi a punto dal Governo.
I sostegni per l’autoconsumo e per le CER saranno contenuti in un nuovo decreto legge che sta per vedere la luce e che punta all’autonomia energetica e alla decarbonizzazione del nostro Paese in linea con la deadline prestabilita.
Attualmente il progetto italiano è stato presentato all’Unione Europea e consta di due differenti misure, ossia un finanziamento a fondo perduto e degli incentivi in tariffa.
Grazie ai fondi del PNRR, verrebbero concessi dei finanziamenti a fondo perduto atti a coprire il 40% delle spese di realizzazione di un nuovo impianto o di efficientamento di impianto esistente sul territorio di un comune fino a 5.000 abitanti.
Gli obiettivi sono due. In primo luogo, si vuole incentivare la produzione di energia da rinnovabili e, in secondo luogo, si vuole proporre un risparmio a chi aderisce alle CER. In questo modo si potrebbe offrire un deciso taglio alle bollette, offrendo a chi decide di prendere parte a una Comunità Energetica Rinnovabile la possibilità di avere accesso a una tariffa speciale.
Le CER, quindi, vengono incentivate sempre di più e si dimostrano una nuova speranza per un futuro sempre più sostenibile, attento all’ambiente e all’autonomia energetica.
Il nostro Gruppo che da sempre ha a cuore i temi legati a sostenibilità, innovazione e tutela ambientale sui quali pone le basi per lo sviluppo dei propri business, è attivo nella costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili tramite la controllata CerLab.